martedì 4 maggio 2010

La paratassi e l'ipotassi

Esistono due approcci fondamentali nelle scelte di costruzione del periodo. Ciascun buon narratore dovrebbe almeno conoscere l'esistenza di certe modalità sintattiche, che gli consentono anche maggiore libertà e coscienza del suo stile, della sua eventuale maturazione, delle sue preferenze. Questi due elementi di approccio hanno anche una certa incisività sul ritmo inferto alla storia.
Partiamo dalla paratassi: nella paratassi il periodo è costruito secondo una logica di accostamento delle sue proposizioni, che rimarranno quindi del tutto indipendenti. In questo caso abbiamo una limpida "coordinazione" e tutti gli elementi utilizzati si trovano allo stesso livello. Tutto questo comporta delle varianti sensibili al ritmo.
Un esempio: Sta arrivando. Gli vado incontro. 
Sta piovendo. Prendo l'ombrello.
È anche più asciutto e più incisivo il periodare.
Nell'ipotassi avviene l'esatto opposto, dal momento che alla coordinazione di due elementi, troviamo una netta subordinazione, un vero e proprio assetto gerarchico tra le parti in causa. Il termine ha origini greche:
hipótaxis= dipendenza da hipó= sotto e taxis= ordinamento, in questo caso ritorna la dipendenza da una reggente e quindi è subordinata. Le cose cambiano e non di poco, quando io dico: Poiché o dal momento che loro stanno arrivando, io gli vado incontro. Il ritmo risulta  meno veloce, il tutto si articola secondo una concatenazione di livelli diversi, che portano a un effetto visibile di dilatazione e di rallentamento.
Esiste ancora una terza strada, forse più complessa,  ma da me molto amata perché usata anche dai Crepuscolari e da Guido Gozzano: la paraipotassi. In questo caso nella costruzione, pur mantenendosi le caratteristiche di struttura dell'ipotassi, l'introduzione alle subordinate avviene "per mezzo di elementi prori della coordinazione" come le congiunzioni. Una sorta di mirata e ispirata ibridazione che apre una terza strada di possibilità: "Ed ora, o vecchio, e sazi la tua fame/sulla panca di quercia..." (Guido Gozzano: L'analfabeta)
l.s.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Buongiorno,
lei ha scritto che ipotassi deriva da "hipó". Ma non deriva da "ypó"?
Grazie.

Dario

luigi ha detto...

Salve e buon pomeriggio.
Lei si riferisce alla preposizione in greco antico, che per praticità è spesso indicata con il nostro alfabeto, così come in questo caso,
L'etimo composto di "ipotassi", secondo diverse fonti tra cui Garzanti, viene espresso, con lettere del nostro alfabeto, con "hipòtaxis" il cui significato dipendenza si origina da hipò= sotto e da taxis-ordine, ordinamento. Per i miei riferimenti e consultazioni, quindi, la parte composta mi risulta confermata con hipò. È quindi una convenzione e non un errore, fermo restando che è fondamentale indicare l'etimo greco, come ho fatto all'interno del post.
Grazie del suo interesse e della sua visita.