lunedì 30 novembre 2015

Sulle cose ritenute noiose




"Le cose che non annoiano stancano presto, mentre quelle apparentemente noiose non stancano mai. Credimi, è così. Nella mia vita io do tutto il tempo necessario alle cose ritenute noiose, ma non ne do nessuno a quelle effimere, che prima o poi ti stancano. La maggior parte delle persone non sa distinguere tra questi due aspetti".

Murakami Haruki, da Kafka sulla spiaggia









sabato 21 novembre 2015

"La compagna di classe". Il backstage



La Compagna di Classe: il Backstage from Nocte Film on Vimeo.

sabato 14 novembre 2015

Mario Rigoni Stern: intervista





























venerdì 13 novembre 2015

Note d'autore da Rafael Spregelburd




"Mi pongo come orizzonte l'incompiutezza".

Rafael Spregelburd, dalle sue Note a "Eptalogia di Hieronymus Bosch I" 

Nell'introduzione del volume I della sua straordinaria Eptalogia, Spregelburd lascia affiorare nelle sue note i suoi tratti incantevoli e controversi, che già ne "L'inappetenza", – letta con appetito e tutta d'un fiato stamattina, appena sveglio – mi hanno avvinto e stregato, avendomi gioiosamente condannato senza sentenza a un'esperienza folgorante e nutriente, pur nella sua dimensione catastrofica – o meglio: soprattutto per quella. Mi ha colpito moltissimo il senso di incompiutezza come orizzonte. Avrei voluto lasciare intatto il bianco del post oltre quella sorta di preziosa epigrafe, ma poi non ho resistito e mi sono costretto a questa breve schiusa, del tutto istintiva e vacanziera.
 Mi piacerebbe impiantare questo graffio di apertura di questo post in una sorta di nuovo diktat del post-modernismo. Una sorta di limbo, di zona sospesa e insieme protetta, aperta sempre a nuovi squarci, fragranze e illuminazioni. Forse un nuovo primo amore verso moduli espressivi dalle infinite pulsioni e possibilità. Fuori dal vecchiume e dalle ragnatele imperanti del compiuto. E ancora tanto altro, che ancora non mi spiego. E che forse, in ragione di questo stesso orizzonte, nemmeno mi va di spiegarmi. Credo che in diversi casi conti di più il perdersi, che lo spiegarsi. Quello di Spregelburd e della sua "Eptalogia", è uno di questi casi.




























mercoledì 11 novembre 2015

La riscrittura e Bernard Malamud



"La parte più bella della scrittura molto spesso è la riscrittura. La paura di fallire probabilmente se n'è già andata perché ormai è già tutto sulla carta, davanti a te. Sono rimasti meno rischi da correre. Quindi, in un certo senso, ci si può concentrare di più sullo stile.
Tutto ciò che posso dire sulla riscrittura è che uno deve riscrivere fino al punto in cui è soddisfatto, tenendo sempre a mente che un'opera d'arte non è mai finita, ma a un certo punto deve essere semplicemente abbandonata. Nella riscrittura bisogna scolpire l'opera, come se si stesse tirando fuori la parte migliore.
Riscrivere è un modo per avere una seconda possibilità nel distillare le cose migliori, nel ripensarci. Ci sono scrittori convinti che le idee più geniali arrivino durante la riflessione a posteriori".

Bernard Malamud




























lunedì 9 novembre 2015

Locandina di "Bang" aggiornata con le selezioni ufficiali




























mercoledì 4 novembre 2015

Words




"Words are all we have".

Samuel Beckett








































martedì 3 novembre 2015

Luca Ronconi parla de "Il panico" di Rafael Spregelburd. Trailer













































lunedì 2 novembre 2015

"A Pasolini" (in risposta), di Attilio Bertolucci


A Pasolini
(In risposta)

Sopravvivenza, la nostra terra? Ma durano a lungo
questi crepuscoli, come d'estate che mai, mai

viene l'ora della lampada accesa, di quelle
falene irragionevoli che vi sbattono contro,

attratte e respinte dal chiarore che è vita
(eppure vita era anche il giorno che muore).

Soltanto ci sia dato, in un tempo incerto
di trapasso, ricordare, ricordare per noi

e per tutti, la pazienza degli anni
che i lampi dell'amore ferirono – e si spensero.

Attilio Bertolucci. Viaggio d'inverno. Opere. Meridiani 






























domenica 1 novembre 2015

"Fuochi in novembre", di Attilio Bertolucci


Fuochi in novembre


Bruciano della gramigna
nei campi
un'allegra fiamma suscitano
e un fumo brontolone.
La bianca nebbia si rifugia
fra le gaggìe
ma il fumo lento si avvicina
non la lascia stare.
I ragazzi corrono intorno
al fuoco
con le mani nelle mani,
smemorati,
come se avessero bevuto
del vino.
Per molto tempo si ricorderanno
con gioia
dei fuochi accesi in novembre
al limitare del campo.

Attilio Bertolucci, da "Fuochi in novembre" (1934) Bertolucci. Opere. I Meridiani.