giovedì 1 settembre 2016

"Tre once di lana nera": tre nuove date a settembre






TRE ONCE DI LANA NERA

Finalista Ermo Colle 2016
Selezionato al Roma Fringe Festival 2016.
 
PALCO C: sabato 3 settembre ore 19.30; 
martedì 6 settembre ore 21.20
mercoledì 7 settembre ore 23.10

Con Maria Chiara Tofone, Emanuele Cordeschi Bordera, Lorenzo Carità Morelli. 
Scritto da Emanuele Principi
Regia Giacomo Troianiello
Sound Design&Light Design Giacomo Troianiello
Assistenza Audio Emanuele Cordeschi Bordera
Assistenza Luci Lorenzo Carità Morelli
Aiuto Grafico Lucia Mariani
Foto e Video Pietro Ciavattini. 
Con il sostegno di Associazione Demetra. 
Si ringrazia Stefano Romagnoli, Emiliano Austeri, Giacomo Agnifili, Flavio Cipriani, Federico Molini, Amedeo Carlo Capitanelli, ArtFall.

INGRESSO 6 EURO
Laghetto di Villa Ada, via di Ponte Salario 28. Roma


Maria Chiara Tofone

Lo spettacolo:

"Una stanza. Un tavolo con sopra libri, fogli in disordine, colori, matite e due scatole di cartone aperte. Altre scatole di cartone, chiuse, in terra. una donna sta riordinando i fogli sparsi sul tavolo. Dopo un po' prende un pennarello nero e si avvicina ad una parete. Disegna una finestra".

Una donna riceve una lettera in cui le viene comunicato che il suo lavoro all’osservatorio è finito, dove da anni vive e lavora con sempre meno frequenti contatti con il mondo, dove passa le sue notti “con il naso all’insù”. La seguiamo nell’attesa di chi verrà a sostituirla. Ed è anche l’occasione di guardare a cosa è passato e scivolato via, irreparabilmente, irrimediabilmente.

Questo spettacolo è uno studio sul concetto della solitudine. Partendo da una storia possibile, ci siamo chiesti quanta distanza possa prodursi, nel tempo, tra due corpi, tra un corpo e la società, tra la società e le sue stelle. Quanta distanza abbiamo costruito e quanta poi subito? E' la possibile storia di una scienziata che lavora in un osservatorio. E' possibile finanche la negazione di quello che si è, quando si è rimasti soli. 

Maria Chiara Tofone in un momento dello spettacolo


"C’è molta bellezza lassù, vuoi chiedermi se ce n’è a sufficienza per tollerare quella solitudine?"

Ritrovarsi soli è possibile, un esito possibile. Accade spesso e sembra non tener conto di genere o età. Attraversiamo il tempo. Usiamo e siamo usati, scartati, buttati via quando ritenuti non più necessari, perché così ci è stato insegnato. E’ quest’idea che siamo pronti a difendere e a nostra volta avverare e tramandare. Attraversiamo il tempo ma non lo capiamo fino in fondo. Lo crediamo reversibile: crediamo nelle seconde scelte, nei gesti riparatori, fuggiamo le conseguenze, le responsabilità, temiamo l’irreversibile, non ammettiamo l’irreparabile.

Questo lavoro è stato concepito come una caramella, realizzato e confezionato col solo scopo di essere assaggiato e gustato, consapevoli del fatto che il sapore potrà non piacere. Ci siamo divertiti nella confusione, attinto tanto dal testo quanto dalla musica. Proprio come una caramella, abbiamo compresso riflessioni e direzioni. Nessun aspetto predomina, tutto convive. Le suggestioni trasmesse, le emozioni, quelle che non chiedono spiegazioni o giustificazioni, sono quelle le cose che a noi interessano.
Una caramella.

































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