sabato 18 febbraio 2017

Ritmo e dedizione


L'impegno quotidiano a un certo scritto affina nello stesso momento diversi aspetti. Il ritmo e la dedizione, nel mio caso. L'appuntamento fisso con un lavoro che mi prefiggo di seguire con scrupolo, ritrova nel fatto che io mi ci accosti tutti i giorni, quasi sempre alla stessa ora e con la stessa intensità, e sempre con un tempo minimo di applicazione definito, un apparato ritmico, una pulsazione viva. Questa pulsazione riguarda il tempo della mia vita connesso con il tempo della mia storia, che diventano un solo muscolo. Il ritorno, di solito sempre di buon mattino, all'interno di quel mondo e di quel tempo, crea una sorta di basso continuo, che dirige la mia vita attraverso le pulsazioni della mia storia e nello stesso tempo la mia storia attraverso le pulsazioni della mia vita. 
Anche quando sono lontano dalla mia storia, il ritmo attivato con quell'appuntamento fisso continua a pulsare e a essere percepibile, anche a distanza, a qualsiasi ora del giorno e della notte. Anche adesso, che scrivo di questa pulsazione e di questo tempo, la pulsazione è presente e progredisce nel suo cammino.
La dedizione è un altro aspetto fondamentale, che non avverto tanto nel merito della resa tecnica e formale scaturita dalla costanza di applicazione, ma dalla risposta sentimentale di uno scritto al fatto di ripresentarmi sempre al suo cospetto, sotto le luci fioche del suo uscio: che sia domenica, che ci sia neve, che ci sia pioggia o che ci sia sole, una parte della mia vita, della mia storia e della mia persona, per un certo periodo saranno lì, nel dedicarsi a rendere nel miglior modo possibile i nodi delle mie parole all'interno di quella struttura, ad amarla, come una ragazza che si va a prendere in un paesino nebbioso tutti i santi mattini, con la bicicletta. 
Una storia, quando nasce, è qualcosa di vivo. Respira di ansia. La notte, nel buio, la sento. Muoversi, rigirarsi entro se stessa, aggirarsi nelle stanze nella mia ricerca, o nella ricerca di altro. Forse di quell'attenzione, di quel calore, che la scrittura e lo scrittore devono naturalmente emanare per preservare una creatura nel suo sviluppo misterioso, perché diventi quanto più possibile compiuta ed armonica, quanto meno nell'intento, nel sacrificio amorevole con il quale mi ci dedico e mi ci immolo, per quelle che sono le mie possibilità del momento. Questi due fattori fondamentali del ritmo vitale e della dedizione ostinata e amorevole, saranno insieme il sole e la pioggia per questa terra misteriosa che coltivo, per i suoi spazi e per i suoi tramonti, come per le sue inscrutabili profondità marine. I miei primi strumenti da tenere a bordo prima di salpare.



























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