venerdì 3 marzo 2017

Prima del ritorno


Questa mattina, dopo l'ultimo incontro con Fabio Gagliardi, abbiamo stabilito insieme l'assetto definitivo del monologo teatrale "Prima del ritorno", lavoro, ormai definito in ogni sua parte, commissionatomi dallo stesso attore dopo aver assistito alla finale del Premio Traiano nell'edizione 2016, e ispirato dal forte desiderio di prendervi parte l'anno dopo con un mio monologo originale. 
Ricordo ancora la sua telefonata, erano i primi di giugno. Mi trovavo in una piazza di Napoli, poco prima di pranzo, una piazza con molto sole e Fabio mi parlava della sua idea, che aveva dentro lo stesso sole della piazza in cui mi trovavo, mentre mi concedeva in pochi secondi la sua fiducia assoluta, con la possibilità di condividere insieme a lui quel suo nuovo intento. Sono stato felicissimo del suo gesto di fiducia e del suo entusiasmo, con cui ha stimolato le mie idee e la mia creatività in quel bel mattino di sole. Non ho esitato nemmeno un istante. La sua proposta mi allettava tantissimo e l'ho subito accettata.
"Prima del ritorno", nasce proprio in vista di questo desiderio di Fabio, espresso da quella telefonata luminosa dei primi di giugno. È stato da lì che è scaturito il seme. Ho lavorato con la massima libertà sulla stesura del primissimo impianto. Non ho voluto utilizzare nulla che fosse già stato un frammento di qualcos'altro, ma mi sono voluto immergere nello spirito di un lavoro assolutamente nuovo, che fosse dedicato esclusivamente a questo incontro e alla sua specifica destinazione, partendo da zero, dal vuoto più assoluto. In seguito, a partire dai mesi estivi, con Fabio abbiamo ragionato molto sul testo teatrale più o meno finito, come sui limiti della durata e intervenendo fattivamente in vari strati e livelli, in modo da favorire al massimo le componenti di resa scenica, in vista del suo suono, dei tempi, del suo senso e della sua resa su tutti i possibili fronti, impresa per niente facile. 
La costruzione accurata di questo lavoro si è rivelata un'esperienza davvero emozionante per entrambi. Stamattina abbiamo codificato gli ultimissimi ritocchi in modo da chiudere il monologo con tutti gli equilibri necessari alla sua compiutezza. La sua ultima versione, che mi ha recitato al telefono, l'ho ascoltata stamattina a occhi chiusi, senza seguire il testo, come facevo di solito, e accorgendomi di come fosse maturata rispetto alle fasi precedenti. Non ricordavo nemmeno più di avere scritto e pensato quello che adesso sentivo articolarsi e fluire dalla sua voce. Una sensazione davvero stranissima. Avevo la sensazione di ascoltare un lavoro alla radio, eppure ero da un cordless a viva voce e quel lavoro era il mio.
Adesso mi rimane da scrivere una breve sinossi del testo, da presentare entro il mese di aprile insieme al monologo per la V edizione del Premio Traiano, edizione 2017. Presenteremo anche un video del lavoro, coadiuvati dall'amico e filmmaker Fabrizio Fiore, che prenderà parte a questo nostro viaggio con il nostro stesso ardore ed entusiasmo.
Mi auguro che questo progetto di monologo teatrale vada avanti, arricchisca chiunque lo incontri, come ha arricchito me e Fabio fino ad ora e si imprima dello stesso sole che brillava nella piazza, quando Fabio mi ha telefonato per offrirmi in dono la sua fiducia per questa nuova collaborazione, che mi ha insegnato e mi sta insegnando ancora tantissimo, sulla scrittura, sul teatro e sulla vita.




































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