sabato 13 maggio 2017

Lo scrivere come infinito riscrivere


Lo scrittore Mario Vargas Llosa

"Flaubert lavora, è quasi sicuro, con due fogli in bianco, l'uno accanto all'altro. Sul primo scrive – con calligrafia uniforme e minuscola, lasciando ampi margini – la prima versione dell'episodio, sicuramente molto in fretta, sviluppando le idee così come gli vengono, senza troppo badare alla forma. Sicché, sbozza qualche pagina. Poi, riprende dal principio e inizia la correzione meticolosa, lentissima, frase per frase, parola per parola. La pagina si ricopre di cancellature, di aggiunte, di strati sovrapposti di parole fino a divenire incomprensibile. Allora, mette in pulito la pagina sul foglio che fino ad allora non ha toccato. Procede molto piano, e questa nuova versione viene sottomessa alla prova del gueuloir, che sarebbe più giusto chiamare dell'udito. La sua convinzione è la seguente: 
« Plus un' idée est belle, plus la phrase est sonore; soyez-en sûre. La précision de la pensée fait (et est elle-même) celle du mot ». [ ...] Sicché vanno accumulandosi i fogli, a coppie: il retto dell'uno è la prima stesura del verso dell'altro. Una buona giornata di lavoro può significare mezza pagina definitiva; ma ci sono giorni trascorsi a comporre – è il verbo giusto – una sola frase".

(Mario Vargas Llosa, L'orgia perpetua. Flaubert e Madame Bovary)


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